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Martin Heidegger

Martin Heidegger è il principale esponente dell'Esistenzialismo.

Biografia

- 26 settembre del 1889 A Messkirch, in Turingia (Germania), nasce da una modesta famiglia di fede cattolica.
- Sviluppa inizialmente un forte senso di appartenenza appunto alla minoranza cattolica tedesca che, con il suo desiderio di riscatto antimodernista e nazionalista, segnerà profondamente la formazione giovanile del futuro filosofo.
- Breve periodo di noviziato gesuita.
- 1911 Interrompe il noviziato per una crisi psico-fisica che segna anche il suo primo allontanamento dalla chiesa e dal pensiero teologico.
- Heidegger inizia un percorso di studi logico-filosofici a Friburgo, che coincide con la sua crisi spirituale.
- 1913 Si laurea.
- 1918 Heidegger ottiene la libera docenza in filosofia all'università di Friburgo e si trova ad essere assistente di Husserl, di cui in breve tempo diventerà una sorta di "figlio spirituale".
- La Germania viene sconfitta dalle potenze occidentali e umiliata dalle sanzioni del trattato di Versaille, si incammina, tra crisi politiche ed economiche, verso la dittatura hitleriana.
- Heidegger ottiene un incarico prestigioso all'università di Marburgo sulla scia di una fama accademica precoce ma già clamorosa.
- 1927 Pubblica il suo la sua opera più importante: "Essere e tempo".
- 1928 ottiene a Friburgo la cattedra che era stata di Husserl.
- 1932 Hitler trionfa alle elezioni politiche e viene nominato cancelliere.
- Heidegger inizialmente scambia il fervore nazionalista di Hitler per una ripresa morale della Germania e dell'Occidente e prende posizione a favore del nazismo.
- 1933 Viene nominato rettore all'università di Friburgo e tiene un discorso di prolusione all'anno accademico divenuto uno dei testi più inquietanti del Novecento. In quel discorso viene dato un giudizio positivo dell'ideologia nazionalista hitleriana in quanto portatrice di energie nuove.
- In quegli stessi anni, inoltre, il filosofo si era accostato all'opera del poeta Hölderlin, da cui trasse spunto per la sua successiva "svolta" filosofica. Questa impostazione non è comunque gradita alle autorità naziste, che cominciano a nutrire forti sospetti su di lui.
- 1934 Heidegger viene dimesso dal rettorato per divergenze e sospetti, che porteranno alla sua progressiva emarginazione.
- Tutta questa vicenda costerà al filosofo un prezzo umano alto: perde l'amicizia dei più prestigiosi rappresentanti della cultura tedesca (Karl Jaspers e Hannah Arendt).
- 1945 Interrogato dalla commissione di epurazione voluta dai vincitori della guerra.
- In seguito a tale inchiesta gli verrà proibito di insegnare fino al 1949.
- Gli ufficiali francesi interessati alla filosofia prendono contatto con lui per un progetto di incontro con Sartre, il quale contribuirà grandemente alla riabilitazione internazionale del collega tedesco. Il progetto fallisce, ma comunque si avvia uno scambio tra i due filosofi.
- 26 maggio 1976 Heidegger muore a Baden-Wurtemberg.

Pensiero

Heidegger eredità la nozione husserliana di "intenzionalità", ma respinge nettamente l'ipotesi che essa resti interna solo all'orizzonte della coscienza: ne consegue che per Heidegger il carattere intenzionale non implica soltanto il tendere alle idee, ma anche il tendere e il riferirsi al mondo.

1927 "Essere e tempo" = il capolavoro incompiuto.

In Essere e tempo   inizia la sua indagine sull’essere proprio a partire dall’analisi dell’esistenza dell’uomo.

Non è possibile dare una definizione dell'essere perché questo è l'orizzonte all'interno del quale possiamo elaborare qualsiasi definizione e su cui si stagliano tutte le cose. In sostanza l'essere è un concetto troppo vasto per essere definito.
 Esistenza dell’uomo: Dasein  esserci

Con l'espressione esserci (dasein) Heidegger indica la particolare condizione in cui si trova l'uomo, in quanto “ente che è qui”, cioè ente “gettato” da sempre in una situazione spazio temporale determinata
La caratteristica fondamentale del dasein è l'esistenza.

L’uomo: non è mai una cosa tra le altre cose, ma è progetto.

La seconda caratteristica dell'uomo è il suo «essere-nel-mondo», espressione che deriva dal concetto di intenzionalità di Husserl. Con questa espressione viene evidenziata una connessione esistenziale tra le due realtà concrete del soggetto (situato e corporeo) e del mondo (un insieme di cose e di uomini in cui il soggetto è da sempre gettato).

L’uomo è un progetto gettato in avanti (trascendenza Egli viene sì a trovarsi «gettato» nel mondo, ma il suo «essere-nel-mondo» si caratterizza per il fatto che non si accontenta del presente e si proietta verso situazioni sempre nuove.

 Modalità fondamentali dell’esserci in rapporto al mondo:
  • comprensione: il rapportarsi del soggetto a una totalità pre-compresa di significati, alla luce della quale interpreta il senso delle cose singole
  • cura: la modalità di interazione con gli enti
     La cura indica:
    - l’inevitabile rapportarsi dell’esserci alle cose e al mondo (la sua gettatezza e apertura)
    - il suo essere “di là da venire
    - il suo coincidere con un progetto in cui le cose assumono significato
    - in essa confluiscono tutte le determinazioni dell’essere dell’esserci (autentiche e inautentiche)
    - in essa è racchiuso il senso dell’intenzionalità e temporalità costitutive dell’esserci
 L’uomo può condurre un’esistenza inautentica  prendendosi cura solo delle cose e facendosi cosa egli stesso nella quotidianità.
                                                                                   
Tale è ⇒ la condizione di alienazione / la condizione di deiezione
 Da cui è caratterizzata l’epoca della tecnica → Gli enti si presentano come “utilizzabili” all’esserci. Egli inserisce gli enti nel proprio progetto di dominio e manipolazione del mondo.

 L’uomo può condurre un’esistenza autentica e accedere a una dimensione autentica dell’esistere.
                                                        ⇓
Ascolta il sentimento di angoscia  lo pone di fronte alla propria temporalità e finitezza (la morte).

 L'uomo, anticipando la morte, assume su di sé:
  • la responsabilità delle proprie scelte
  • possibilizza” le proprie possibilità → coglie le proprie possibilità come finite e contingenti, come “possibilità pure”.


La questione ontologica

Ricerca ontologica → ricerca del senso dell’essere per superare l’oblio dell’essere caratteristico della metafisica occidentale.

Essa, dopo il fallimento dell’analitica esistenziale, ritiene di dover trovare non più a partire dall’ente e dall’uomo.

Lo scopo della ricerca ontologica è superare l’orizzonte categoriale e linguistico della metafisica occidentale, che ha determinato l’oblio dell’essere. *

*A partire da Platone la filosofia ha estromesso progressivamente l’essere dal suo orizzonte, saturato dalla volontà di potenza e di dominio dell’uomo tecnologico.

Realizzazione della ricerca ontologica → bisogna pensare l’essere in un modo nuovo, non metafisico (che non lo riduca all’ente), ma ne salvaguardi la trascendenza e l’inesauribile alterità.

pensare-poetare” → Heidegger si avvicina alle tematiche dell’arte e del linguaggio. Esso consente di rimanere nelle vicinanze dell’essere custodendo la sua «differenza ontologica».

La ricerca della verità diviene un «cammino verso il linguaggio».


sabato

Edmund Husserl

Edmund Husserl, coetaneo di Henri Bergson, è considerato il padre della Fenomenologia, che è non solo uno stile di pensiero ma soprattutto un metodo filosofico di indagine.

Biografia

Edmund Husserl è nato nel 1859 in Moravia, a Prossnitz. La sua famiglia d'origine è ebrea.
Successivamente si trasferisce in Austria, a Vienna, dove assiste alle lezioni di Franz Brentano, psicologo e filosofo. Nel 1886 inizia la carriera di insegnante, prima a Halle, poi a Gottinga e a Friburgo, qui viene destituito dal suo incarico perché ebreo e muore nel 1938.

Opere

Le opere principali di Husserl sono i 2 volumi delle "Ricerche logiche", cui egli presenta le idee basilari della fenomenologia; "Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica"; "Meditazioni cartesiane"; "La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale" postuma.

La crisi delle scienze

"La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale"   → In essa si può cogliere il senso della sua riflessione sulla civiltà europea che potrà risollevarsi soltanto se riuscirà a recuperare il fondamento umano dei propri valori.

Husserl denuncia la perdita del significato umano della scienza, la quale è ormai diventata una mera scienza dei fatti e non è in grado di dare risposte alle domande fondamentali dell'esistenza. Inoltre

Hussler afferma che la scienza ha elaborato una conoscenza astratta e matematica della natura (riduzione della realtà ai soli parametri fisico-matematici - Galilei)  → la quale ha causato la sovrapposizione di un insieme di idealità astratte alla concreta esperienza vissuta
 pertanto occorre inaugurare una filosofia che riscopra il senso perduto delle cose in relazione alla soggettività..

Il metodo fenomenologico

Il metodo fenomenologico è dunque la risposta alla crisi epistemologica di fine '800 e inizio 900, e fonda la conoscenza sul fenomeno.
Husserl è convinto che si debba guardare alle cose stesse, ossia al manifestarsi di un oggetto concreto alla nostra coscienza.

Questo è un metodo basato sull’epoché: la sospensione del giudizio, la messa tra parentesi del mondo circostante così come esso ci è dato dalla conoscenza scientifica, che tuttavia è diversa dal dubbio cartesiano, perché non intende mettere in dubbio l’esistenza stessa di ciò che ci circonda bensì vuole sospendere il giudizio sulla conoscenza scientifica per rifondarla sulla coscienza.

L'epoché (la sospensione della fiducia nella presunta oggettività del mondo) consente di ritrovare la dimensione dell'intenzionalità (la base originaria e precategoriale della conoscenza).

L'intenzionalità presenta una correlazione tra:

  • noèsi  → gli atti di coscienza (polarità soggettiva)
  • noèma → le varie modalità di apparizione delle cose in relazione agli atti intenzionali del soggetto (polarità oggettiva)

Inoltre permette di descrivere il processo di costituzione del senso delle cose nelle sue varie stratificazioni, mostrare le strutture essenziali dei vissuti intenzionali grazie all'intuizione eidetica.
Mette anche alla luce il mondo della vita, cioè  il mondo prescientifico delle emozioni, dei bisogni, del vissuto concreto, in esso il soggetto è già da sempre in relazione agli altri in una dimensione intersoggettiva.

L’esercizio dell’epoché si articola dunque su tre fasi successive:
1. riduzione fenomenologica  → arriva a comprendere come la realtà che noi effettivamente possiamo conoscere è solo quello dei fenomeni, ossia dei manifestarsi degli oggetti alla coscienza
2. riduzione eidetica  → perviene alle essenze dei fenomeni, che si manifestano nell’istante stesso in cui l’oggetto arriva alla nostra coscienza
3. riduzione trascendentale  → l’epoché lascia un residuo fenomenologico, un qualcosa che non è sostanza, che non esiste indipendentemente dalla realtà e che con la coscienza di qualcosa e dunque è intenzionalità, trascendentale perché ogni atto psichico non può esistere se non c’è un oggetto a cui riferirsi.

Durante la sua produzione, ma soprattutto negli ultimi anni, Husserl sente l'esigenza di difendersi dalle accuse mosse alla propria concezione della soggettività, vista come principio troppo astratto. A questo proposito elabora il concetto di mondo della vita, con cui indica il mondo prescientifico delle emozioni, dei bisogni del vissuto concreto ovvero l'esperienza che precede la formulazione delle categorie e delle nozioni con cui è normalmente organizzata la realtà. Nel mondo della vita il soggetto è già da sempre in relazione con gli altri in una dimensione intersoggettiva. L'oggettività del mondo è così garantita dalla sua fondazione intersoggettiva. I soggetti costituiscono una comunià umana a cui è affidato il compito autenticamente filosofico di rinnovare dal profondo le scienze e la stessa idea di cultura dell'occidente.

Jean-Paul Sartre