mercoledì

Jean-Paul Sartre



Jean-Paul Sartre è l'esponente più importante dell'esistenzialismo francese e uno dei maggiori scrittori del Novecento.

Biografia

Jean-Paul Sartre nacque a Parigi nel 1905 da una famiglia borghese. A soli quindici rimase orfano di padre, crebbe “solo tra un vegliardo e due donne” e durante l’infanzia il nonno materno lo avvicinò allo studio e alla letteratura.
Allievo brillante, si stabilì nella città di La Rochelle per via delle seconde nozze della madre, in seguito si trasferì a Parigi dove terminò il liceo Henri IV.
Dopo gli studi all’Ecole Normale supérieure, nel 1929 ottenne il primo posto dell’“agrégation” di filosofia e conobbe Simone de Beauvoir, la futura compagna filosofa.
Sartre insegnò filosofia in diversi licei fino al 1945. Al termine della seconda guerra mondiale, si dedicò esclusivamente alle sue opere filosofiche e letterarie

• 1940 partecipa alla resistenza contro l’occupazione nazista → è schierato con De Gaulle
• È molto critico verso il comunismo da cui si allontana e si riavvicina
• 1964 rifiuta il Nobel per le parole come simbolo di ribellione
• 1968 partecipa a delle manifestazioni in cui viene incarcerato e successivamente liberato da De Gaulle “Non si incarcera un Volterra”

• 1938 scrive “La Nausea” un romanzo di risonanza mondiale in cui vengono trattate le tematiche dell’esistenzialismo: assurdità dell’esistenza (non c’è un senso nella vita), in quest’opera il protagonista cerca di dare un senso alla vita ma non ci riesce e questo gli provoca un senso di nausea.

• “L’essere e il nulla” scritto nel 1943  essere e tempo, in questo libro ritorna il concetto di assurdità dell’esistenza, accompagnata dal concetto di ateismo: Dio come “passione inutile”, illusione creata dall’uomo destinato allo scacco (fallimento).
 Passaggio in cui si parla della relazione con gli altri: l’Io nasce come coscienza chiusa in sé, solitaria (richiamo a Cartesio) il contatto con gli altri avviene solo se “catturato” dallo sguardo di altri
L’immagine che lo rappresenta è l’uomo che guarda dalla serratura finché non viene colto da qualcuno che passa in corridoio, solo a quel punto diventa cosciente di sé, del proprio io.
Sviluppo di un’auto coscienza progressiva non innata. Questa autocoscienza e la presenza di altri esseri giudicanti limita la mia liberta e il mio approccio egocentrico e utilitarista alla realtà viene offeso dalla teoretica.  atteggiamento pratico pragmatico dell’uomo verso il mondo non teoretico  Conflittualità tra singole individualità (l’altro è sempre un limite alla mia libertà assoluta)

Il pensiero

 Il filosofo afferma che ci sia una differenza sostanziale tra l'essere delle cose e quello della coscienza
- le cose sono "essere in sé ciò significa che sono oggetti immodificabili, privi di coscienza, opachi a se stesse,, cioè inconsapevoli e semplicemente presenti e caratterizzate dalla determinatezza
- la coscienza è "essere per sé ciò significa che essa è trasparente e caratterizzata dalla libertà, ossia tende a negare ogni limite e ogni dato di fatto che il mondo presenta, attribuendo ad esso sempre nuovi significati. Inoltre egli dice che la coscienza è nulla, è nulla in quanto possibilità di nullificare i dati di fatto e inventare nuove situazioni.

 Angoscia della scelta:
Sartre sostiene che la libertà della coscienza non costituisce per l'uomo una condizione positiva, ma è causa di dolore e angoscia. L'uomo infatti non sceglie la propria esistenza, m vi si trova gettato. Egli non decide la propria libertà, ma è condannato a essere libero, e la libertà consistente nella possibilità, è un peso difficile da sostenere, perché comporta sempre il rischio dell'errore.

Per Sartre l'esistenzialismo è un umanismo in quanto ha il suo perno nell'uomo, ormai sprovvisto dei punti di riferimento della filosofia tradizionale.

Secondo il filosofo poi, il conflitto tra gli esseri umani è inevitabile, infatti ognuno tende a oggettivare l'altro, l'uomo prova vergogna quando è reso oggetto dello sguardo altrui, il quale lo espropria della soggettività e minaccia la sua libertà.

 Esistenzialismo e marxismo
Nel secondo dopoguerra Sartre è spinto, dai problemi della ricostruzione politica ed economico-sociale, ad abbracciare la causa del proletariato e ad aderire al marxismo, anche se assume un
atteggiamento critico nei confronti dell'interpretazione “deterministica" della dialettica di stampo sovietico. Il suo punto di vista rimane costantemente quello esistenzialistico, che concepisce l'individuo come «responsabilità» e «libertà»; concezione che porta Sartre a teorizzare e a promuovere il ruolo impegnato degli intellettuali. L'individuo è artefice del proprio destino e, dunque, a lui spetta il compito di ribellarsi all'ingiustizia e allo sfruttamento costruendo una realtà più umana. Ciò implica il superamento della condizione "seriale" e alienata a cui l'uomo è ridotto nella società capitalistica, grazie all'azione rivoluzionaria del «gruppo», cioè di un insieme organizzato di persone libere unite da un comune obiettivo.

venerdì

Martin Heidegger

Martin Heidegger è il principale esponente dell'Esistenzialismo.

Biografia

- 26 settembre del 1889 A Messkirch, in Turingia (Germania), nasce da una modesta famiglia di fede cattolica.
- Sviluppa inizialmente un forte senso di appartenenza appunto alla minoranza cattolica tedesca che, con il suo desiderio di riscatto antimodernista e nazionalista, segnerà profondamente la formazione giovanile del futuro filosofo.
- Breve periodo di noviziato gesuita.
- 1911 Interrompe il noviziato per una crisi psico-fisica che segna anche il suo primo allontanamento dalla chiesa e dal pensiero teologico.
- Heidegger inizia un percorso di studi logico-filosofici a Friburgo, che coincide con la sua crisi spirituale.
- 1913 Si laurea.
- 1918 Heidegger ottiene la libera docenza in filosofia all'università di Friburgo e si trova ad essere assistente di Husserl, di cui in breve tempo diventerà una sorta di "figlio spirituale".
- La Germania viene sconfitta dalle potenze occidentali e umiliata dalle sanzioni del trattato di Versaille, si incammina, tra crisi politiche ed economiche, verso la dittatura hitleriana.
- Heidegger ottiene un incarico prestigioso all'università di Marburgo sulla scia di una fama accademica precoce ma già clamorosa.
- 1927 Pubblica il suo la sua opera più importante: "Essere e tempo".
- 1928 ottiene a Friburgo la cattedra che era stata di Husserl.
- 1932 Hitler trionfa alle elezioni politiche e viene nominato cancelliere.
- Heidegger inizialmente scambia il fervore nazionalista di Hitler per una ripresa morale della Germania e dell'Occidente e prende posizione a favore del nazismo.
- 1933 Viene nominato rettore all'università di Friburgo e tiene un discorso di prolusione all'anno accademico divenuto uno dei testi più inquietanti del Novecento. In quel discorso viene dato un giudizio positivo dell'ideologia nazionalista hitleriana in quanto portatrice di energie nuove.
- In quegli stessi anni, inoltre, il filosofo si era accostato all'opera del poeta Hölderlin, da cui trasse spunto per la sua successiva "svolta" filosofica. Questa impostazione non è comunque gradita alle autorità naziste, che cominciano a nutrire forti sospetti su di lui.
- 1934 Heidegger viene dimesso dal rettorato per divergenze e sospetti, che porteranno alla sua progressiva emarginazione.
- Tutta questa vicenda costerà al filosofo un prezzo umano alto: perde l'amicizia dei più prestigiosi rappresentanti della cultura tedesca (Karl Jaspers e Hannah Arendt).
- 1945 Interrogato dalla commissione di epurazione voluta dai vincitori della guerra.
- In seguito a tale inchiesta gli verrà proibito di insegnare fino al 1949.
- Gli ufficiali francesi interessati alla filosofia prendono contatto con lui per un progetto di incontro con Sartre, il quale contribuirà grandemente alla riabilitazione internazionale del collega tedesco. Il progetto fallisce, ma comunque si avvia uno scambio tra i due filosofi.
- 26 maggio 1976 Heidegger muore a Baden-Wurtemberg.

Pensiero

Heidegger eredità la nozione husserliana di "intenzionalità", ma respinge nettamente l'ipotesi che essa resti interna solo all'orizzonte della coscienza: ne consegue che per Heidegger il carattere intenzionale non implica soltanto il tendere alle idee, ma anche il tendere e il riferirsi al mondo.

1927 "Essere e tempo" = il capolavoro incompiuto.

In Essere e tempo   inizia la sua indagine sull’essere proprio a partire dall’analisi dell’esistenza dell’uomo.

Non è possibile dare una definizione dell'essere perché questo è l'orizzonte all'interno del quale possiamo elaborare qualsiasi definizione e su cui si stagliano tutte le cose. In sostanza l'essere è un concetto troppo vasto per essere definito.
 Esistenza dell’uomo: Dasein  esserci

Con l'espressione esserci (dasein) Heidegger indica la particolare condizione in cui si trova l'uomo, in quanto “ente che è qui”, cioè ente “gettato” da sempre in una situazione spazio temporale determinata
La caratteristica fondamentale del dasein è l'esistenza.

L’uomo: non è mai una cosa tra le altre cose, ma è progetto.

La seconda caratteristica dell'uomo è il suo «essere-nel-mondo», espressione che deriva dal concetto di intenzionalità di Husserl. Con questa espressione viene evidenziata una connessione esistenziale tra le due realtà concrete del soggetto (situato e corporeo) e del mondo (un insieme di cose e di uomini in cui il soggetto è da sempre gettato).

L’uomo è un progetto gettato in avanti (trascendenza Egli viene sì a trovarsi «gettato» nel mondo, ma il suo «essere-nel-mondo» si caratterizza per il fatto che non si accontenta del presente e si proietta verso situazioni sempre nuove.

 Modalità fondamentali dell’esserci in rapporto al mondo:
  • comprensione: il rapportarsi del soggetto a una totalità pre-compresa di significati, alla luce della quale interpreta il senso delle cose singole
  • cura: la modalità di interazione con gli enti
     La cura indica:
    - l’inevitabile rapportarsi dell’esserci alle cose e al mondo (la sua gettatezza e apertura)
    - il suo essere “di là da venire
    - il suo coincidere con un progetto in cui le cose assumono significato
    - in essa confluiscono tutte le determinazioni dell’essere dell’esserci (autentiche e inautentiche)
    - in essa è racchiuso il senso dell’intenzionalità e temporalità costitutive dell’esserci
 L’uomo può condurre un’esistenza inautentica  prendendosi cura solo delle cose e facendosi cosa egli stesso nella quotidianità.
                                                                                   
Tale è ⇒ la condizione di alienazione / la condizione di deiezione
 Da cui è caratterizzata l’epoca della tecnica → Gli enti si presentano come “utilizzabili” all’esserci. Egli inserisce gli enti nel proprio progetto di dominio e manipolazione del mondo.

 L’uomo può condurre un’esistenza autentica e accedere a una dimensione autentica dell’esistere.
                                                        ⇓
Ascolta il sentimento di angoscia  lo pone di fronte alla propria temporalità e finitezza (la morte).

 L'uomo, anticipando la morte, assume su di sé:
  • la responsabilità delle proprie scelte
  • possibilizza” le proprie possibilità → coglie le proprie possibilità come finite e contingenti, come “possibilità pure”.


La questione ontologica

Ricerca ontologica → ricerca del senso dell’essere per superare l’oblio dell’essere caratteristico della metafisica occidentale.

Essa, dopo il fallimento dell’analitica esistenziale, ritiene di dover trovare non più a partire dall’ente e dall’uomo.

Lo scopo della ricerca ontologica è superare l’orizzonte categoriale e linguistico della metafisica occidentale, che ha determinato l’oblio dell’essere. *

*A partire da Platone la filosofia ha estromesso progressivamente l’essere dal suo orizzonte, saturato dalla volontà di potenza e di dominio dell’uomo tecnologico.

Realizzazione della ricerca ontologica → bisogna pensare l’essere in un modo nuovo, non metafisico (che non lo riduca all’ente), ma ne salvaguardi la trascendenza e l’inesauribile alterità.

pensare-poetare” → Heidegger si avvicina alle tematiche dell’arte e del linguaggio. Esso consente di rimanere nelle vicinanze dell’essere custodendo la sua «differenza ontologica».

La ricerca della verità diviene un «cammino verso il linguaggio».


sabato

Edmund Husserl

Edmund Husserl, coetaneo di Henri Bergson, è considerato il padre della Fenomenologia, che è non solo uno stile di pensiero ma soprattutto un metodo filosofico di indagine.

Biografia

Edmund Husserl è nato nel 1859 in Moravia, a Prossnitz. La sua famiglia d'origine è ebrea.
Successivamente si trasferisce in Austria, a Vienna, dove assiste alle lezioni di Franz Brentano, psicologo e filosofo. Nel 1886 inizia la carriera di insegnante, prima a Halle, poi a Gottinga e a Friburgo, qui viene destituito dal suo incarico perché ebreo e muore nel 1938.

Opere

Le opere principali di Husserl sono i 2 volumi delle "Ricerche logiche", cui egli presenta le idee basilari della fenomenologia; "Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica"; "Meditazioni cartesiane"; "La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale" postuma.

La crisi delle scienze

"La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale"   → In essa si può cogliere il senso della sua riflessione sulla civiltà europea che potrà risollevarsi soltanto se riuscirà a recuperare il fondamento umano dei propri valori.

Husserl denuncia la perdita del significato umano della scienza, la quale è ormai diventata una mera scienza dei fatti e non è in grado di dare risposte alle domande fondamentali dell'esistenza. Inoltre

Hussler afferma che la scienza ha elaborato una conoscenza astratta e matematica della natura (riduzione della realtà ai soli parametri fisico-matematici - Galilei)  → la quale ha causato la sovrapposizione di un insieme di idealità astratte alla concreta esperienza vissuta
 pertanto occorre inaugurare una filosofia che riscopra il senso perduto delle cose in relazione alla soggettività..

Il metodo fenomenologico

Il metodo fenomenologico è dunque la risposta alla crisi epistemologica di fine '800 e inizio 900, e fonda la conoscenza sul fenomeno.
Husserl è convinto che si debba guardare alle cose stesse, ossia al manifestarsi di un oggetto concreto alla nostra coscienza.

Questo è un metodo basato sull’epoché: la sospensione del giudizio, la messa tra parentesi del mondo circostante così come esso ci è dato dalla conoscenza scientifica, che tuttavia è diversa dal dubbio cartesiano, perché non intende mettere in dubbio l’esistenza stessa di ciò che ci circonda bensì vuole sospendere il giudizio sulla conoscenza scientifica per rifondarla sulla coscienza.

L'epoché (la sospensione della fiducia nella presunta oggettività del mondo) consente di ritrovare la dimensione dell'intenzionalità (la base originaria e precategoriale della conoscenza).

L'intenzionalità presenta una correlazione tra:

  • noèsi  → gli atti di coscienza (polarità soggettiva)
  • noèma → le varie modalità di apparizione delle cose in relazione agli atti intenzionali del soggetto (polarità oggettiva)

Inoltre permette di descrivere il processo di costituzione del senso delle cose nelle sue varie stratificazioni, mostrare le strutture essenziali dei vissuti intenzionali grazie all'intuizione eidetica.
Mette anche alla luce il mondo della vita, cioè  il mondo prescientifico delle emozioni, dei bisogni, del vissuto concreto, in esso il soggetto è già da sempre in relazione agli altri in una dimensione intersoggettiva.

L’esercizio dell’epoché si articola dunque su tre fasi successive:
1. riduzione fenomenologica  → arriva a comprendere come la realtà che noi effettivamente possiamo conoscere è solo quello dei fenomeni, ossia dei manifestarsi degli oggetti alla coscienza
2. riduzione eidetica  → perviene alle essenze dei fenomeni, che si manifestano nell’istante stesso in cui l’oggetto arriva alla nostra coscienza
3. riduzione trascendentale  → l’epoché lascia un residuo fenomenologico, un qualcosa che non è sostanza, che non esiste indipendentemente dalla realtà e che con la coscienza di qualcosa e dunque è intenzionalità, trascendentale perché ogni atto psichico non può esistere se non c’è un oggetto a cui riferirsi.

Durante la sua produzione, ma soprattutto negli ultimi anni, Husserl sente l'esigenza di difendersi dalle accuse mosse alla propria concezione della soggettività, vista come principio troppo astratto. A questo proposito elabora il concetto di mondo della vita, con cui indica il mondo prescientifico delle emozioni, dei bisogni del vissuto concreto ovvero l'esperienza che precede la formulazione delle categorie e delle nozioni con cui è normalmente organizzata la realtà. Nel mondo della vita il soggetto è già da sempre in relazione con gli altri in una dimensione intersoggettiva. L'oggettività del mondo è così garantita dalla sua fondazione intersoggettiva. I soggetti costituiscono una comunià umana a cui è affidato il compito autenticamente filosofico di rinnovare dal profondo le scienze e la stessa idea di cultura dell'occidente.

giovedì

Henri Bergson



Henri Bergson (1859-1941) è stato un filosofo francese e le sue opere condizionate dal Positivismo hanno influenzato molto la psicologia, la biologia, l'arte, la letteratura e la teologia.

Il tempo

Secondo Bergson, la scienza non riesce a cogliere né la continuità né il movimento vero e reale della vita (= ininterrotta produzione di novità).
La scienza opera mediante processi che "semplificano" la realtà concreta, "immobilizzando" il suo soggetto e classificandolo, seguendo la logica del calcolo. 
 
Necessario: intelligenza intuitiva, in grado di cogliere "dall'interno" la dinamica del reale.



Bergson distingue:
  • Tempo della scienza "privo di durata", definendole l'assenza. Il tempo della scienza è quello "esteriore", è una successione misurabile e omogenea di istanti, raffigurabile su una linea retta costituita da una serie infinita di punti, tutti uguali;
  • Tempo della coscienza è concepito come flusso continuo, incessante movimento degli stati di coscienza in cui passato, presente e futuro si fondono.
    Esso è il tempo dello spirito, un tempo interiore, e presenta diverse qualità: 
    • è il tempo della durata (tempo che dura, il passato che è presente)
    • è il tempo della vita (delle cose che hanno significato per ciascun individuo singolarmente)
    • è il tempo qualitativo (non è misurabile e ha senso in ragione della qualità del ricordo che suscita in noi)
    • è un flusso continuo ( non soggetto ad essere diviso in parti come gli istanti)
La memoria

Bergson identifica la coscienza con la memoria, e sostiene che in quest'ultima si distinguono 3 aspetti:
  1. Ricordo puro (o memoria pura) la coscienza stessa, è pura durata spirituale (conservazione integrale dell'esperienza vissuta). Essa costituisce il deposito di tutti i ricordi passati, in quanto registra automaticamente ciò che viviamo nella sua forma originale. Il ricordo puro rappresenta il nostro passato.
  2. Ricordo-immagine è l'atto con cui il nostro passato si concretizza nel presente in vista dell'azione e questo spiega perché per Bergson la coscienza, pur essendo memoria, non è sempre ricordo, cioè non è sempre attualizzata.
  3. Percezione è la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che sono più utili ai fini della nostra vita concreta. Una percezione isolata (un suono, un odore, un'immagine) può essere occasione del riaffiorare del ricordo, cioè dell'emergere di quella memoria profonda che è sommersa al di sotto del livello consapevole.
Lo slancio vitale e coscienza

"L'evoluzione creatrice" (1907) slancio vitale = l'energia profonda che anima il mondo e lo porta a oggettivarsi in forme di vita sempre più elevate dal punto di vista dell'organizzazione. 
 all'origine della vita biologica e spirituale crea di continuo e in modo imprevedibile, perché libera.

Essa non è scomponibile né riversibile e implica la conservazione integrale del passato.


- Si tratta di un impulso spirituale e invisibile, che trabocca nel mondo, concepito come un unico organismo vivente di cui tutte le cose e gli individui sono partecipi.

Si espande nell'universo, ma con un'intensità variabile, il che spiega la differenziazione degli esseri e della specie la vita è creatività libera e imprevedibile.
 🔼 Lo slancio vitale raggiunge il suo vertice nell'UOMO, l'essere dotato di :
  • Intelligenza capacità di inventare e di realizzare strumenti artificiali (propria della scienza). Indispensabile per la vita pratica.
  • Intuizione capacità di penetrare l'essenza della vita cosmica (propria della metafisica). Consente una vera e propria conoscenza della realtà.

Prospettiva scientifica metafisica (scienza assoluta del reale)
abbandono degli strumenti abitualmente associati alla conoscenza intellettuale, ossia la concettualizzazione e il linguaggio, i quali, secondo Bergson, comportano una schematizzazione e quindi una "deformazione" della realtà.

Paradossalmente, lo stesso filosofo, per comunicare la propria intuizione, deve fare ricorso a immagini e metafore, prendendo spunto dal modello conoscitivo offerto dall'arte.




mercoledì

Sigmund Freud

Sigmund Freud nasce a Freiberg nel 1856, cittadina della Moravia austriaca, da genitori ebrei. Egli è stato neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, sicuramente la più famosa tra le correnti teoriche e pratiche della psicologia.

Freud e la Psicoanalisi

La psicoanalisi = terza grande rivoluzione occidentale ('900), in seguito alla rivoluzione copernicana e a quella darwiniana (no fissità specie, uomo discende dalla scimmia).

Freud trasforma completamente l'immagine dell'IO, della coscienza e della personalità, rivelando l'esistenza di una zona buia e impenetrabile della ragiome: l'inconscio parte della psiche umana in cui risiedono ricordi, desideri e impulsi sottratti alla consapevolezza del soggetto.

🔼 ll caso di Anna O:
Il caso clinico a cui risale la nascita della psicoanalisi è il caso di Anna O, affetta da gravi disturbi isterici, quali paralisi motoria, turbe della vista, tosse nervosa, anoressia. 
Anna O era in cura da Breuer che ogni sera si recava dalla ragazza per ipnotizzarla facendola parlare. Sotto ipnosi lei parlava di episodi di un periodo molto doloroso della sua vita: in cui aveva dovuto assistere il padre gravemente malato.
Breuer notò che Anna riusciva a rivivere intensamente le emozioni legate all'episodio e al termine dell' ipnosi il disturbo scompariva. 
  Questa terapia definita catartica funzionò anche con gli altri sintomi, Freud afferma in seguito che l'isterico soffre di ricordi, ovvero dagli aspetti dolorosi di un evento passato, ancora vivo nelle profondità inconsce della mente


La via d'accesso all'inconscio

Freud, nel libro "STUDI SULL'ISTERIA", spiega il meccanismo alla base delle patologie isteriche e nevrotiche, secondo cui:
  1. il soggetto patologico vive un evento traumatico;
  2. in lui si determina una reazione di difesa, che consiste nell'oblio del fatto stesso;
  3. a causa di particolari circostanze, è impedito il deflusso della carica emotiva legata al fatto originario, cioè viene negata la possibilità della sua normale espressione attraverso gesti, parole o azioni;
  4. l'energia rimasta inespressa determina la formazione di sintomi: organici e psichici.
Tale meccanismo rivela la presenza di funzioni e contenuti psichici inconsapevoli, dimenticati ma che continuano ad agire, e della teoria della rimozione: reazione di difesa che consiste in una particolare forma di oblio, o eliminazione dalla coscienza, di un'idea, di un fatto o di una tendenza inaccettabili per l'individuo.

Freud perchè della nevrosi e come curarla ruolo essenziale della sessualità nell'insorgere della patologia, messa in luce da i casi esaminati da Freud con il metodo catartico.

🔼 "L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI": individua la via privilegiata d'accesso all'inconscio, cioè il territorio dei contenuti inconsapevoli: il sogno = è l'espressione di un desiderio, il modo in cui un soggetto manifesta una tendenza, un impulso o un bisogno, per lo più rimossi e dunque rifiutati a livello cosciente, anche se essi sono quindi desideri "camuffati".
Infatti presenta 2 livelli:
  • il contenuto manifesto: la scena onirica come viene ricordata al risveglio, trae immagini dalla nostra vita recente;
  • il contenuto latente: l'insieme delle tendendenze inconsce che si esprimono in forma "travestita" nella scena onirica; si riferisce a un periodo molto lontano infanzia.
Nei sogni i desideri non vengono espressi direttamente, ma in forma allusiva e simbolica, quindi per "riconoscerli" bisogna effettuare un trattamento deformante lavoro onirico: rientrano tutti i processi e i meccanismi attraverso i quali l'attività onirica costruisce la scena del sogno, camuffando e trasformando il materiale inconscio; per questo motivo il sogno deve essere INTERPRETATO.

🔼 In "LA PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA", i lapsus, cioè errori involontari nel parlare e nello scrivere), e gli atti mancati, cioè amnesie, dimenticanze, falsi ricordi e disattenzioni varie, sono determinati dall'alterazione di un'intenzione consapevole a opera di un impulso inconscio.


La complessità della mente umana e le nevrosi

Per Freud la psiche è un' unità che, però, comprende in sè un certo numero di sottosistemi e si struttura in modo topologico, cioè presenta dei luoghi o delle zone distinte al proprio interno.

 PRIMA TOPICA, considerazioni descrittive  e distinzione di "zone", cioè primo modello di descrizione della psiche:
  • Coscienza rappresenta la parte consapevole della nostra personalità. "Sistema-coscienza", che ci permette di metterci in contatto con il mondo esterno attraverso le percezioni. piccola parte della sfera psichica dell'uomo;
  • Preconscio si distingue da quello inconscio perchè è costituito da contenuti psichici latenti, cioè momentaneamente non presenti nella coscienza, ma suscettibili di diventare consapevoli in qualsiasi momento.
  • Inconscio parte della psiche umana che contiene i desideri, di natura sessuale, che sono stati rimossi dal soggetto perchè ritenuti inaccettabili, peccaminosi o inaccettabili. "operativi" nella psiche dell'individuo, tanto che a diustanza di anni, si ripresentano camuffati nei sogni, nei piccoli atti quotidiani di dimentichezza, oppure nei sintomi delle malattie nervose o nevrosi;
 SECONDA TOPICA, individua istanze e funzioni:
  • Es rappresenta la dimensione della vita pulsionale inconscia, quindi "impersonale" per il soggetto, anche se influenza la vita consapevole;
  • Super-Io costituisce la coscienza morale, cioè l'interiorizzazione dei modelli ideali di comportamento; è in parte cosciente, in quanto implica un modello che l'io ha di fronte a sè, in parte inconscio, in quanto alcuni elementi che lo compongono derivano da processi di cui non siamo consapevoli;
  • Io rappresenta la parte organizzata della psiche, la quale consente la mediazione e sintesi tra le istanze composte dell'Es e del Super Io; presiede alla sfera delle azioni e presenta alcuni aspetti inconsci in quanto controlla i meccanismi della censura e della rimozione.
La nevrosi è da considerare come una malattia della psiche causata da forti conflitti tra L'Io, le istanze del Super Io e le pulsioni dell'Es, di carattere sessuale.
i suoi sintomi richiedono una interpretazione grazie al metodo delle libere associazioni: si tratta del metodo utilizzato da Freud per decodificare il significato manifesto dei sogni, dei lapsus e degli atti mancati. Esso consiste nell'associare a ogni elemento del sogno, in una condizione di rilassamento o "abbandono", tutti gli elementi che affiorano alla mente.

Transfert: la positiva interazione che si instaura tra il paziente e il terapeuta nella situazione analitica. Consiste nel fatto che il malato, acquistando progressivamente fiducia nel proprio medico, sviluppa nei suoi confronti un trasporto emotivo che in qualche modo riproduce quello provato, nell'infanzia, per le figure genitoriali.

La teoria della sessualità

Secondo Freud la sessualità riguarda l'insieme delle pulsioni (libido: intesa come energia priva di un oggetto univocamente determinato. Essa presenta pertanto i caratteri della plasticità, cioè puù indirizzarsi e spostarsi su mete differenti.)
è attiva già dall'infanzia, infatti il bambino è un "perverso polimorfo", cioè tende a un piacere indipendente rispetto a genialità e procreazione e prova piacere attraverso varie parti del corpo.

Lo sviluppo psicosessuale del bambino si distingue in tre fasi:
  1. orale il piacere è rappresentato dalla suazione e la zona erogena si identifica con la bocca;
  2. anale (1-3 anni) la zona erogena è costituita dall'ano, con le connesse funzioni corporali;
  3. genitale la zona erogena sono gli organi sessuali. Essa è a sua volta distinta in fase genitale e fase fallica, nella quale il bambin* diventa consapevole dei genitali e sviluppa il complesso di Edipo (maschile) / complesso di Elettra (femminile): è attratto dal genitore di sesso opposto ed è ostile al genitore dello stesso sesso.


Jean-Paul Sartre